Le
nuove visioni della fisica e le sfide morali dell’umanità
Anna Manfredi
Centro GREN, Napoli.
A ben guardare la parola “rinnovamento” nelle sue varie accezioni
contiene una sorta di ossimoro: rinnovare significa rendere nuovo, abolire ciò
che è vecchio, fare daccapo qualcosa, ma anche riconfermare qualcosa che si è
fatto in passato, riaffermare qualcosa che già esisteva,che, a volte, però, ha
bisogno di essere visto o trattato in una nuova luce e/o una nuova
consapevolezza, ad esempio riconfermare un patto, una carica, un legame, un
sacramento, ecc.
Le antiche filosofie orientali hanno sempre sostenuto che gli eventi
della nostra vita individuale e collettiva non nascono dal nulla in quanto sono
correlati al nostro mondo interiore. La visione della realtà offerta dalla
fisica quantistica sta confermando, quindi rinnovando, l’idea che leggi, che
potremmo definire “morali” legano ogni realtà interiore a quella esteriore
influendo su quella che F. Capra chiama “la rete della vita”, così come aveva
già brillantemente sostenuto Assagioli nel modello antropologico psicosintetico,
evidenziando l’importanza della leggi della Psicodinamica e dell’alimentazione
psicologica, nonché dell’assunto di Fantappiè “l’energia segue il pensiero”.
Il modello dicotomico della nostra Scienza, nata con Cartesio, che
separava irrimediabilmente la realtà in res cogitans, il pensiero, e in res
extensa, la materia, è mutato radicalmente nel corso del ‘900, grazie ai
contributi della fisica quantistica. Erwin Lazslo ha affermato che i paradigmi
della Scienza vigente influenzano le nostre percezioni, modificano i nostri
stati d’animo, hanno effetti sulla nostra stima del valore individuale, del
merito sociale, influiscono sulle nostre emozioni, idee e valori che
afferiscono alla coscienza.
Ormai è acclarato che con i nostri sensi percepiamo solo circa il 5% di
ciò che esiste, la materia ordinaria, mentre il 95% è fatto di materia ed
energia oscura e le forme stesse della realtà non sono assolute, ma relative.
Gli scienziati del XX secolo cercavano la particella fondamentale
dell’Universo, (il bosone di Higgs non è altro che una delle tante), ma
dovettero ricredersi poiché l’esistente sembrava un’onda di infinite
possibilità, intrecciate e connesse. Gli oggetti solidi della fisica classica
apparivano configurazioni di onde di probabilità.
Si trattava di un’enorme campo di informazione che manifestava un ordine
intrinseco, l’entanglement, un’intelligenza più profonda della natura che il
cervello la mente decodificava come mondo fisico. Gli elettroni di un atomo,
trattenuti dal nucleo da forze elettriche, ruotano velocissimamente nel
ristretto spazio dell’atomo stesso, cercando di liberasi da questa attrazione e
conferiscono all’atomo l’aspetto di una sfera rigida che porta alla forma
solida che ci è familiare. Tutta la materia, compreso l’uomo, i pianeti, le
stelle, le rocce, gli organismi viventi sono caratterizzati da una frequenza e
lunghezza d’onda, sono onde complesse nel vuoto quantico.
I nostri sensi selezionano una porzione di cambiamento, la bloccano in
una fase e così la possono percepire come realtà fissa, ma la vibrazione
universale non conosce pause. Vi è uno scambio di energie e informazioni che
noi non percepiamo, a partire dal nostro corpo fisico, le cui cellule si
rinnovano ogni sette anni, senza che ce ne accorgiamo e senza che lo vogliamo.
Un’incisiva immagine di questo flusso di energia incessante ed
estremamente vivificante è contenuto nel racconto del fisico F. Capra riportato
ne’ “Il Tao della fisica”:
“In un pomeriggio di fine estate, seduto in riva all’oceano, osservavo il
moto delle onde e sentivo il ritmo del mio respiro, quando all’improvviso ebbi
la consapevolezza che tutto intorno a me era parte di una gigantesca danza
cosmica. Essendo un fisico, sapevo che la sabbia, le rocce, l’acqua e l’aria
erano composte da molecole ed atomi in vibrazione … ma fino a quel momento ne
avevo avuto esperienza solo da grafici, diagrammi, teorie matematiche. Sedendo
in quella spiaggia, le mie esperienze presero vita. Vidi scendere dallo spazio
cascate di energia; vidi gli atomi degli elementi e del mio corpo danzare;
percepii il ritmo, ne sentii la musica. E in quel momento seppi che questa era
la danza di Shiva, il dio dei danzatori.” Una vera e propria “esperienza delle
Vette!”.
Il 18 giugno del 2004 il governo
indiano ha donato al CERN di Ginevra una statua della divinità indiana Shiva
Nataraja, il Signore della danza. All’immagine di Shiva il governo indiano ha
ravvisato nella danza di Shiva la metafora della danza cosmica delle particelle
subatomiche osservata ed analizzata dai fisici del CERN.
Tra noi e la materia solida, quindi, non c’è la separazione che
percepiamo con i sensi, lo spazio non è vuoto, ma è pieno di energie che
vibrano con frequenze che noi non possiamo percepire. I costituenti della
materia e i fenomeni fondamentali ai quali prendono parte sono tutti
interconnessi ed interdipendenti e le relazioni tra essi comprendono sempre
l’osservatore. Dunque la separazione tra individuo e individuo e tra questi e
la natura è illusoria, è Maya, come dicono le filosofie spirituali orientali, e
l’uomo, tramite le sue energie sottili, è in collegamento con l’Universo.
Ancora Lazslo afferma, secondo il teorema di Bell-Aspect, che ogni
particella che abbia assunto lo stesso stato quantico di un’altra, resta
collegata a quest’ultima in modo non-locale.
Da esperimenti fatti presso università americane ed altri enti
scientifici emergono legami sorprendenti tra organismi viventi e tra organismo
e ambiente. Connessioni trans personali collegano la consapevolezza degli
individui alla consapevolezza e al corpo di altre persone, indipendentemente
dal tempo e dalla distanza. Insomma viviamo in un Cosmo connesso, coerente ed
unito, che richiama i concetti antichi presenti nelle tradizioni di ogni
civiltà, di un Cosmo “nuovamente” impregnato di Spirito.
David Bohm afferma che l’Universo è in realtà un ologramma gigantesco e
splendidamente dettagliato. Sono gli elettroni che, con i loro balzi quantici,
conferiscono massa agli atomi e le particelle subatomiche restano in contatto,
perché la loro separazione è un’illusione.
Albert Einstein osserva che ogni essere umano sperimenta se stesso, i
pensieri e le sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che è
una illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una sorta di prigione
che ci limita ai nostri desideri personali e all’affetto delle poche persone
che ci sono vicine. Il compito evolutivo dell’uomo è quello di allargare la
propria compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura
nella sua bellezza.
Il principio di indeterminazione di Heisenberg ha evidenziato che ogni
osservazione provoca forti perturbazioni nelle particelle subatomiche, per cui
noi non siamo semplici spettatori nel grande spettacolo della vita, ma anche
attori e co-creatori.
Ciò vuol dire che il nostro pensiero, le nostre intuizioni, le nostre
emozioni, i nostri desideri, hanno un’influenza sulla materia, anche quella
della nostra stessa struttura fisica.
I paradigmi che ne discendono sono, dunque, che:
- ·
ogni pensiero è una vibrazione che interagisce
con l‘energia-materia di cui siamo fatti e che ci circonda
- ·
viviamo in un Universo partecipativo, cioè
l’uomo con il suo mondo interiore è un creatore più o meno consapevole della
realtà
- ·
le particelle del nostro corpo fisico sono
condizionate dalla nostra vita interiore.
Addirittura è stato rilevato, attraverso una complicata rete di computer
che monitoravano varie zone della Terra, che un’intensa emozione collettiva
(attentato alle Torri gemelle, morte di Lady D., ecc.) ha un impatto sul campo
geomagnetico del nostro pianeta.
- ·
Dunque, quando tocchiamo un oggetto, quando
interagiamo con una persona fisicamente, ma anche solo verbalmente e
mentalmente, i nostri campi di energia si incontrano, minuscole porzioni si
fondono e si separano. Abbiamo ceduto parte del nostro campo energetico ad un
altro individuo o cosa, acquisendo un brandello della sua energia. Sia le
attività interiori (meditare, pensare, pregare, contemplare) che quelle esteriori
implicano uno scambio di particelle con la realtà: prendiamo qualcosa e diamo
qualcosa, perché le energie del mondo interiore sono anch’esse particelle e
onde.
Il premio Nobel Wigner ha affermato che gli assunti della fisica
quantistica non svaniscono con l’aumentare della grandezza dei sistemi, e, con
le debite proporzioni la separazioni tra sistemi microscopici e macroscopici
non è certamente netta.
Ma quale principio tiene unite le
due realtà? Max Planck afferma “tutta la materia ha origine ed esiste solamente
in virtù di una forza … dobbiamo supporre che dietro questa forza ci sia una
mente consapevole ed intelligente. Questa mente è la matrice di tutta la
materia”. E’ vero che noi, nel corso della nostra storia evolutiva, abbiamo
cercato di allearci con la natura e che solo con la dicotomica divisione
cartesiana abbiamo veramente cominciato a violentarla, non tanto per
proteggerci dalle sue forze immani, ma perché il nostro spirito aveva bisogno
di essere in contatto con ciò che è di uguale sostanza, cioè la radice
spirituale della materia reale.
Risuonano vere le affermazioni dei filosofi idealisti, in particolare
Schelling, che sosteneva che la
Natura è consustanziale all’uomo ed è Spirito cristallizzato,
mentre nell’uomo è autocoscienza e tocca proprio all’essere umano risvegliarla.
Vero è che nel mondo interiore le funzioni più elevate come quella razionale e
quella intuitiva incontrano anche il mondo dell’impulso-desiderio (vedi Stella
delle funzioni) e, se queste facoltà non sono sintonizzate ed allineate, ne
nascono comportamenti poco salutari,
poco autentici e coerenti che sono sotto gli occhi di tutti.
Alcuni dei paradigmi, consci o inconsci, spesso legati a paure
ancestrali, che sono alla base di tali comportamenti, sia nell’ambiente esterno
che in quello interiore, nel singolo come nella collettività, si possono così
sintetizzare:
- ·
il mondo è troppo piccolo e corrotto perché
tutti abbiano tutto e io devo arrivare prima degli altri
- ·
posso usare ed abusare a mio piacimento di ogni
risorsa
- ·
devo corrompere o sedurre gli altri per ottenere
favori
- ·
devo screditare sui social o attraverso altri
mezzi di comunicazione persone che non mi sono simpatiche, o che potrebbero
intralciare la mia ascesa
- ·
devo riversare nel mare o nei fiumi tossici per
risparmiare sullo smaltimento
- ·
devo provocare una guerra o falsi bisogni per
vendere più armi o prodotti anche nocivi o inutili
- ·
devo impedire la divulgazione di una scoperta
che farebbe fruire più liberamente delle fonti energetiche anche le popolazioni
più povere, perché altrimenti crollerebbe il mercato dei prezzi
- ·
devo mantenere molto bassa la qualità formativa
della comunicazione pubblica per ispirare modelli in autentici e distruttivi,
ma redditizi
- ·
devo rendere i programmi educativi privi di
contenuto reale, insegnando, al massimo, a fare, ma non ad essere, trasformando
l’allievo in una pedina sociale spendibile a piacimento nel modello economico
vigente
- ·
devo salvarmi l’anima in un mondo in preda al
peccato compiacendo il mio Dio con atti di violenza fino al sacrificio della
mia vita e di quella degli altri.
Da quanto esposto prima le sfide morali che discendono dalle visioni
della fisica quantistica devono indurre l’uomo di oggi a prender coscienza del
suo ruolo attivo e responsabile nelle creazione della realtà esteriore e della
reale ricaduta non solo delle sue azioni, ma anche dei suoi pensieri ed
emozioni. Se gli ambienti e le strutture sociali in cui viviamo sono così
ammorbanti psicologicamente e fisicamente sta al nostro impegno consapevole e
personale rendere il pianeta più disintossicato possibile perché i futuri
abitanti delle Terra possano sorridere e sorridersi più di quello che noi oggi
facciamo.
Per
parafrasare il celebre motto del filosofo Thackeray:
“Semina un’ emozione e raccoglierai un pensiero, semina un pensiero e
raccoglierai un’azione, semina un’azione e raccoglierai un’abitudine, semina
un’abitudine e raccoglierai un carattere, semina un carattere e raccoglierai un
destino”, ma seguendo i dettami della nuova visione scientifica, con la
profonda consapevolezza che non sarà solo più individuale, ma collettivo e
planetario.
Anna Manfredi Socia
del Centro di Napoli