8 anni fa
Comunicato stampa
L'ITALIA E L'ANALFABETISMO SCIENTIFICO
Dal 18 settembre in libreria
Dal 18 settembre in libreria
“Contro
la modernità
le radici della cultura antiscientifica in
Italia”
di Elio Cadelo e Luciano Pellicani
Perché l'Italia non cresce
più? Perché il nostro paese è caratterizzato da una forte decrescita economica
mentre i Paesi in via di sviluppo e quelli industrializzati continuano a
crescere?
Perché stiamo perdendo
primati economici, culturali, scientifici, tecnologici, che da decenni hanno
caratterizzato l'Italia e ne hanno fatto la 7a potenza industrializzata del
mondo? Perché l'Italia, che è stata la culla della scienza moderna è oggi il
paese che più di ogni altro si oppone ai progressi della scienza e della
tecnologia? Perché stiamo perdendo il futuro?
Sono queste alcune
delle domande alle quale cercano di rispondere Elio Cadelo e Luciano Pellicani
nel saggio “Contro la modernità – Le radici della cultura antiscientifica in
Italia” in libreria in questi giorni per i tipi di Rubbettino.
La società italiana
è oggi caratterizzata da una grave analfabetismo scientifico ( solo il 3% della
popolazione conosce il metodo scientifico contro il 78% della Finlandia) e da
un ampio analfabetismo di massa (il 70% della popolazione è oggi
analfabeta o incapace di comprendere un testo scritto) che ci pone ai
primi posti nei paesi industrializzati.
Ma siamo anche il
paese dove, negli ultimi anni, si sono sviluppati il maggior numero di
movimenti contro la scienza e contro l'innovazione tecnologica e la ricerca
scientifica. Tutto questo vede oggi l'Italia come primo esportatore nel modo di
ricercatori, scienziati e laureati in discipline scientifiche. Si tratta di una
emigrazione intellettuale dovuta solo in parte alla crisi economica, ma che
trova le sue regioni anche nell'ostilità verso la scienza e le sue
applicazioni.
E i dati presentati
sono allarmanti: l’Italia presenta livelli di analfabetismo e analfabetismo
scientifico tra i più alti d’Europa, pericolosissimi livelli di
emigrazione intellettuale, caduta nella ricerca scientifica e nell’innovazione
tecnologica, mentre dall’altra si moltiplicano i movimenti contro la
modernizzazione del paese.
Ma come si è
arrivati a questo punto? A questi interrogativi danno una risposta Elio
Cadelo e Luciano Pellicani che ripercorrono la lunga storia della cultura
antiscientifica italiana. Da Croce e Gentile fino ai movimenti ambientalisti
che si ispirano all'ecologia del nazismo, della beat generation ed ai movimenti
religiosi millennaristi. Questo cocktail di ideologie anti-industriali e
anti-moderniste sta pregiudicando il nostro futuro.
Questo contrasto tra
scienza e libero mercato da una parte e natura, ritorno ad una vita essenziale
e contadina dall’altra si acuisce nei dibattiti sulla New Economy, sui mercati
globali, sul nuovo panorama lavorativo. Gli Autori in questo saggio spiegano
perché negli italiani è presente anche una forte indignazione permanete contro
quella che viene ritenuta “la permanete” rivoluzione capitalistica che
avanzerebbe come una valanga culturale distruggendo tutto: istituzioni,
interessi, valori, sentimenti. Questo modo di sentire ha radici profonde che
affondano nel Fascismo ed nel Nazifascismo che devono parte del loro successo
proprio alla lotta contro la Modernità, contro il capitalismo e il libero
mercato.
Elio Cadelo, giornalista, divulgatore scientifico, inviato speciale del Giornale Radio
Rai per la Scienza e l’Ambiente, ha lavorato al “Corriere della Sera”, a “Il
Mattino” e ha collaborato con “Panorama” ed “Epoca”. Premio Enea 1999 per la
divulgazione scientifica è autore di numerose pubblicazioni.
Luciano Pellicani, già direttore di “Mondoperaio” è tra i sociologi
italiani più conosciuti a livello internazionale e autore di numerosi saggi
tradotti nelle principali lingue europee.
LE SUGGESTIONI SIMBOLICHE DEL MITO
Il libro raccoglie articoli, saggi, appunti e dialoghi che ruotano attorno alla poiesi del mito e della sua ermeneutica ma anche alla simbologia tradizionale e alla esegesi del momento iniziatico. Il viaggio ontologico verso il mito è una ricostruzione simbolica delle tessere del mosaico che costituiscono la nostra vera ed autentica natura, un rimando necessario ai pilastri delle nostre psicodinamiche, del nostro immaginario. Il labirinto dell'anima è una scoperta che rimanda alle dimensioni sovrastrutturali dell'Universo sia in senso macro che microcosmico. E' così che la realtà banale e apparentemente inappagante dell'oggi si carica di un significato-altro dove ciò che appare (individui e ambienti) svela, a chi sa cercare con il cuore e con la mente, il suo al-di-là. Le coordinate di tempo e spazio cadono, spalancando la finitezza umana su dimensioni infinite…
Salvatore Massimo Stella (Catania 1959), toscano di adozione, medico, ricercatore di diagnostica per immagini, pubblicista e saggista nel campo delle Scienze Ermetiche e Tradizionali, è stato ideatore, curatore e promotore dell'opera collettanea Conversazioni sul Sacro (Tipheret, 2011), appassionato di storia antica e di filologia, da oltre un decennio ha studiato a fondo le tematiche relative al mito e alla sua poiesi con i riflessi sulla psicologia del profondo.
Editrice Bonanno Tipheret Gruppo Editoriale S.r.l. – Acireale Roma
€ 18,00
GLI SCRITTI DEL LUOGO
NASCOSTO – IL LIBRO DELL’AMDUAT NELL’ARCHIVIO STORICO BOLAFFI
Federico
Bottigliengo, ed. AdArte Torino 2012, pp. 67, illustrazioni a col. nel testo
e una grande tavola a col. f.t. - € 24,00.
Segnaliamo questo conciso ma interessante
saggio di Federico Bottigliengo, egittologo e collaboratore del Museo Egizio
di Torino, concernente un papiro mai prima pubblicato in italiano, il papiro
Bolaffi, e costituito da una silloge di alcune parti del Libro di ciò che è nell’Amduat, uno dei più importanti testi
egizi facenti parte del corredo funerario dei Faraoni del Nuovo Regno (la cui
prima redazione si trova sulle pareti della tomba della regina Hatshepsut,
1479-1458 a.C.) e solo in epoca tarda, durante il Terzo Periodo Intermedio (1070-664
a.C.), diffuso tra i sacerdoti tebani di Amon, i quali avevano usurpato il
potere faraonico sull’Alto Egitto instaurando una sorta di teocrazia con
capitale a Tebe.
In questa fase di decadenza
dell’Egitto si cominciano a diffondere, fino a divenire usuali, raccolte più
o meno brevi di quei testi funerari che prima costituivano appannaggio
esclusivo dei Faraoni e si ripete quanto era accaduto nei periodi più
antichi, quando con la fine dell’Antico Regno i Testi delle Piramidi, scolpiti nelle sepolture regali, erano
stati trasformati in raccolte di formule magiche prima dipinte all’interno
dei sarcofagi dei funzionari egizi (Testi
dei Sarcofagi), poi redatte su papiro e disponibili anche a coloro che
non facevano parte della corte del Faraone.
Con un linguaggio facilmente
accessibile ai non specialisti, ma sempre ispirato a stretto rigore
scientifico, Bottigliengo ripercorre la storia e l’evoluzione di questi
testi: la loro diffusione prima tra le classi di rango sacerdotale e poi nei
ceti sociali della borghesia alta e media si accompagna ad una progressiva
riduzione dell’estensione grafica di essi, fino a ridurre un intero testo a
poche immagini e formule, le quali si riteneva avessero lo stesso valore sacrale
del testo originale sulla base della concezione della pars pro toto. Ultimo termine di questa catena di volgarizzazioni
semplificate sarà il Libro delle
respirazioni, che nel periodo tolemaico e poi romano costituirà la
silloge più diffusa di formule rituali trascritte per accompagnare il defunto nel post mortem.
Il papiro Bolaffi descritto e tradotto
da Bottigliengo e risalente circa al 950 a.C. è l’espressione tipica di
questa reductio di un testo sacro
di grande importanza qual è il Libro di
ciò che è nell’Amduat: in esso parti della VII, IX, X, XI e XII Ora (così
vengono chiamate le dodici sezioni del testo) vengono assemblate con testi ed immagini non
sempre correttamente correlate tra di loro, verosimilmente segno
dell’incomprensione da parte dello scriba di quanto andava riportando dal
testo originale integrale, il che ci dà la misura della decadenza in atto del
pensiero religioso a seguito del prevaricare del potere sacerdotale su quello
sacrale del Faraone. Interessante il fatto, unico in questo genere di
scritti, che il papiro Bolaffi contenga anche una parte della VII Ora: poiché
il Libro dell’Amduat può essere
diviso in quattro grandi sezioni, ciascuna riferita ad una città e a un Dio
del pantheon egizio, è singolare la “intrusione” di un’Ora appartenente ad un
diverso àmbito nella sezione finale del viaggio di Râ nell’Oltretomba, e
precisamente il viaggio del Sole ad Heliopolis, che costituisce il soggetto
delle ultime quattro Ore.
La traduzione del testo, riportato sia
in scrittura geroglifica sia nella sua translitterazione, dà un’idea della
complessità del mondo dell’Al di là, nel quale agiscono non solo gli Dèi più conosciuti,
quali Osiris, Khepri, Atum e Shu, ma anche i “dèmoni” dell’oltretomba, come
correttamente Bottigliengo chiama queste divinità “specializzate” che
accompagnano e proteggono il Dio durante il suo viaggio notturno,
assimilandole al dàimon greco,
entità del tutto differente dal demonio cristiano, figura negativa e maligna.
L’Autore sottolinea il carattere
iniziatico di questo Libro: le
istruzioni contenute in esso, infatti, sono dette esplicitamente nel testo
essere “di grande giovamento sulla terra” non solo per il defunto ma anche
per i viventi, significando in tal modo che la conoscenza delle formule e
della loro retta pronuncia consente già prima della morte la possibilità di
partecipare alla “vita” del Dio solare, argomento di cui abbiamo
approfonditamente trattato in un nostro saggio (La via iniziatica dei Faraoni,ed. Simmetria 2007), basandoci
sull’analisi dei testi e delle figure del Libro
di ciò che è nell’Amduat presente nella forma integrale nelle tombe di
Thutmosi III e di Sethi I.
A chiusura del suo saggio,
Bottigliengo offre al lettore un utilissimo Lessico delle parole e dei
termini adoperati nel papiro, nel quale i segni geroglifici e la loro lettura
sono affiancati ai corrispondenti significati in lingua italiana, il che
consente a chi non sia specialista nella materia egittologica di poter comprendere
il significato delle parole nella loro forma originale.
Paolo
Galiano
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